Il piano paesaggistico disciplina la tutela dei beni aventi rilevanza paesistica, tutela che si è sviluppata dapprima attraverso lo strumento del vincolo di interesse pubblico e successivamente attraverso un provvedimento di pianificazione previsto dal d. lg. 22.1.2004 n. 42.

L’art. 143 del d. lg. 22.1.2004 n. 42 attribuisce la competenza in materia alla Regione per perseguire finalità non solo conservative in merito alla pianificazione paesistica. L’art. 145 invece introduce anche la possibilità di collaborazione tra Regione e Soprintendenza per l’adozione dei piani.

La giurisprudenza precedente al codice dei beni culturali sancisce un importante principio per cui il piano paesaggistico deve riguardare beni già sottoposti a vincolo, attiene quindi ad una fase successiva rispetto l’apposizione del vincolo (TAR Sicilia Catania, sez. I, 15.7.2003 n. 1135).

Il piano paesaggistico deve rispettare il vincolo preesistente senza modificarlo o derogarlo (TAR Sardegna 6.10.2003, n. 1203).

Il piano può essere predisposto anche per aree che presentano un interesse indiretto come ad esempio quelle adiacenti a beni archeologici (TAR Lazio, sez. II, 26.5.2003, n. 4722).

Il piano si può comunque limitare alle aree che presentano un interesse più evidente senza tuttavia abrogare i vincoli esistenti. Tale ridimensionamento del piano non è censurabile nel merito ma soltanto sotto il profilo della legittimità.

L’art. 143 disciplina in maniera dettagliata il contenuto del piano paesaggistico sotto tre profili fondamentali:

  • Contenuto ricognitivo;
  • Contenuto prescrittivo;
  • Contenuto propositivo.

Il contenuto prescrittivo è disciplinato dal I° comma dell’art. 143 e prevede un regime autorizzativo modulato su tre livelli:

  1. Per le aree di pregio qualsiasi intervento necessita di autorizzazione;
  2. Per le aree di minore pregio la compatibilità dell’intervento può essere valutata in sede di autorizzazione edilizia;
  3. Per le aree con pregressa compromissione del valore paesaggistico non occorre alcuna autorizzazione.

La ratio è quella di prevedere una concertazione tra Regione e Stato per quanto riguarda gli aspetti più rilevanti della pianificazione paesaggistica!

La dottrina peraltro evidenzia come la maggior parte del territorio nazionale sia soggetto a vincolo e pertanto la maggior parte delle modifiche è determinato da un complesso meccanismo sottoposto ad autorizzazioni da parte delle Regioni o degli Enti con possibilità di conflittualità tra i vari piani!


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